Marco Minozzi nasce a Roma nel 1962. All'età di 14 anni inizia a studiare da autodidatta il disegno, la figura e la prospettiva che lo terrà impegnato per molti anni. In seguito approderà alla tecnica dell'olio su tela che approfondirà attraverso un continuo lavoro di copia degli antichi maestri del 500 e 600 supportato in questo dalla guida di un restauratore.  

Intorno al 1992-1993 inizia a tenere le sue prime mostre presso alcune gallerie romane fino alla prima mostra personale nel 1998 presso la Galleria Ca d’Oro di Vicenza.

Dal 2007 al 2013 si sviluppa il periodo delle cosiddette Emersioni; combinando elementi antichi e figurativi con elementi segnici e simbolici crea una simbiosi che cerca di emergere in uno spazio monocromatico e informale e in cui risalta anche la figura umana, costantemente alla ricerca dei suoi miti, delle sue leggende e delle tracce della sua memoria.

Nel 2013 arriva però il cambiamento che caratterizzerà la sua attuale pittura. Reinventare un nuovo paesaggio urbano è sempre stato un forte desiderio dell'autore: Constable, Turner, Lopez Garcia e i fratelli Becher costituiscono i modelli prediletti di questa fase per la creazione di nuovi e personali scenari urbani. A questi anni risalgono le esperienze espositive all’estero ( New York, San Francisco, Berlino e Alsazia).

Insieme al paesaggio urbano la sua pittura indaga anche gli  angoli più anonimi delle nostre realtà suburbane: un contesto secondario e che vive per sottrazioni; un silenzioso e avvolgente scenario costituito da stazioni di servizio abbandonate, costruzioni che accompagnano lunghe strade impolverate, incroci stradali, tralicci che dominano anonimi sobborghi.

Negli ultimi dipinti sono presenti elementi antichi e figurativi, suggestioni, ricordi e immagini di città, reali e ideali e una personale idea di paesaggio urbano nei quali emerge tutta l'esperienza vissuta dall'artista: dall’amato colore Rembrantiano a una nuova archeologia industriale, sempre alla ricerca di un nuovo paesaggio dell’anima.